Cooperazione Weekend

Saluti nel mondo

Paese che vai, saluto che dai. Un breve vademecum per  accogliere ed essere accolti con disinvoltura. E se non conosci le usanze  del luogo, un sorriso  discreto sarà il tuo lascia passare.

Baci 

Non solo in Svizzera, ma in gran parte dell’Europa e dell’America Latina, del Medio Oriente – di solito solo tra persone dello stesso sesso - è comune scambiarsi baci sulle guance (senza contatto labbra-guancia) anche tra persone a cui ci si è appena presentati. Quanti darne? In Francia è complicato: 1 in Bretagna, 2 a Tolosa, 3 a Montpellier, 4 a Nantes e 5 in alcune zone della Corsica. Attenzione anche alla direzione, in Portogallo si inizia a sinistra, in Italia a destra.

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Pugnetto

Il bro fist, ovvero il pugno contro pugno, è diventato un gesto universale. Trova origine negli Stati Uniti,  partito dai motociclisti americani delle gang negli anni Quaranta.

Mano alla fronte

Nelle Filippine il rispetto per le persone anziane lo si dimostra prendendo la loro mano e osizionando il dorso sulla propria fronte, chinandosi leggermente. Questo, per gli abitanti dell’arcipelago, è un segno di reverenza.

Naso-naso

Sfregare il naso l’uno contro quello dell’altro in tempi di Covid-19 è un po’ rischioso, ma è così che gli uomini si salutano in Oman, mentre in Nuova Zelanda è usato da entrambi i sessi. I Maori lo usano per le cerimonie e incontri tradizionali, talvolta accompagnato dalla stretta di mano. Se qualcuno te lo propone non tirarti indietro, essere accolti così significa far parte del popolo. E se pensavi fosse il saluto degli eschimesi, sappi che per le popolazioni artiche è un gesto d’affetto riservato ai propri famigliari e al partner, più simile a un bacio che a un “ciao”.

Inchino

A prova di norme igieniche, i giapponesi non sono un popolo particolarmente affettuoso. Ligi al dovere e alla posizione sociale, il loro saluto consiste in un inchino, l’ojigi. Angolo di piegamento e la durata dipendono da quanto è superiore gerarchicamente chi si ha di fronte.

Fuori la lingua!

Far la linguaccia? Non sempre è maleducazione. In Tibet è un gesto di saluto. Una leggenda narra che un tempo regnava un re talmente crudele che perfino la sua lingua divenne nera come il suo cuore! Dopo la sua morte, gli abitanti del Tibet presero a salutarsi esibendo la lingua per dimostrare di non essere la reincarnazione di quel sovrano malefico. Attenzione anche alle braccia al petto: non significa “chiusura”, al contrario è una dimostrazione di accoglienza.

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Lo shaka

Alle Hawaii è un passe-partout di simpatia. Lo shaka (simile al nostro gesto per indicare una telefonata) è un “ciao”, un “grazie”, un “take it easy”, ecc. PS: lo stesso gesto in Cina, corrisponde al nr 6.

Mani in preghiera

Chi pratica lo yoga conosce perfettamente il saluto abbinato a “Namaste”: le mani unite a mo’ di preghiera e poste davanti al petto. Se ti trovi in India e dintorni porgi i tuoi saluti in questo sacro modo per primo, dichiarerai in questo modo di rispettare chi hai di fronte.

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Cooperazione Weekend

Un'iniziativa nata dalla collaborazione di Cooperazione e 20 minuti, i due maggiori giornali della Svizzera, per lanciare un nuovo magazine di tendenza per l'inizio del fine settimana. «Cooperazione Weekend», disponibile da subito all'interno di 20 minuti, esce tutti i venerdì in tre lingue.