Testo: Claudia Hottiger, llustrazione: Paula Estepa
«Oh canʼt you see, you belong to me...» Che romantica canzone d’amore! No, non è così! Nella canzone, uscita nel 1983, Sting non inneggia affatto all’amore romantico. «Every Breath You Take» parla di sorveglianza, controllo e ossessione. La canzone è scritta dalla prospettiva di uno stalker che perseguita la sua vittima a ogni passo. Così si spiega anche il seguito: «I’ll be watching you...» – inquietante.
Robbie Williams può dire grazie a questa canzone se, partendo dal ruolo di bad boy di una boyband, è riuscito a trasformarsi in un artista solista. Ma nella sua famosa ballata del 1997 non paragona la sua amata a un essere celeste. Pare infatti che siano stati angeli “reali” a ispirare il britannico a scrivere il testo della canzone. Secondo quanto affermato dallo stesso Williams, gli angeli gli sarebbero apparsi da bambino. Sotto questa luce, anche la strofa «And I feel the love is dead, I’m loving angels instead» acquista un significato totalmente nuovo.
Bere un po’ di sangrìa nel parco, andare allo zoo e poi guardare un bel film: il giorno di cui canta Lou Reed in effetti promette bene. Ma non è con la sua amata che vuole trascorrere questo «Perfect day». Pare che nella canzone Reed ironizzi sulla propria relazione con l’eroina. Il cantante, deceduto nel 2013, era tossicodipendente e non ne faceva mistero.
Se qualcuno si strugge per te al punto da prometterti che ti amerà per sempre, dà voce a una dichiarazione d’amore apparentemente inequivocabile. E probabilmente questo è il motivo per cui la celeberrima hit di Whitney Houston è stata spesso presa per una dichiarazione d’amore. Sbagliato! Perché a dire il vero la canzone è frutto dell’estro della leggenda del country Dolly Parton, che la scrisse già nel 1974 per il suo pluriennale duettista Porter Wagoner, come canzone di addio. Per dirgli, in altre parole: ho apprezzato molto il tempo trascorso a lavorare con te, ma adesso voglio andare avanti da solista.
Quella che Bonnie Tyler ha sfornato nel 1982 è proprio una potente ballata bombastica. Tuttavia, la hit non l’ha scritta da sola: proviene infatti dalla mano di Jim Steinman, che amava collaborare con quella forza della natura che era Meat Loaf. Ma ciò che molti non sanno è che la canzone in effetti era stata scritta per il musical di Broadway «Dance of the Vampires» e si chiamava «Vampires in Love». La ballata in un certo senso è romantica, ma perde decisamente un po’ di magia se ascoltandola si pensa ai vampiri.
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